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SUPERBONUS 110%. Una visione alternativa

SUPERBONUS 110%

Una visione alternativa

 

Sul superbonus del 110 per cento è stato detto tanto. Pensare di parlare di beneficiari, di lavori trainanti e trainati non sarebbe giusto se intendiamo analizzare i risvolti positivi che possono generare tali lavori sul committente e ancor più sul sistema economico territoriale.

Mi si chiede spesso di come il fisco possa pensare ad una agevolazione così vantaggiosa per il cittadino comune, tanto da indurre molti a pensare ad una bufala o ad una truffa velata da agevolazione. Il cittadino comune non va a fondo pensando a

  • quanta iva devono pagare le imprese coinvolte nella cessione dei beni e nelle prestazioni di servizio al committente interessato (dal 10 al 22%);
  • quanti contributi inps e irpef l’impresa edile deve versare per i suoi dipendenti interessati dai lavori oggetto del 110 per cento (si pensi che per una azienda edile il costo del personale su una fattura di lavori ammonta a circa il 30%);
  • quante imposte devono versare le imprese per gli utili maturati da questi lavori (50% circa degli utili);
  • quanti consumi indotti dal movimento di lavoro edile sviluppato da questo beneficio sulle industrie di produzione di materiali e prodotti finiti, di imprese di commercio all’ingrosso di materiali, di imprese edili e di professionisti).

Ancora più importanti da analizzare sono i benefici collettivi.

Mi riferisco ai benefici derivanti da:

– consolidamento generale del patrimonio immobiliare (sisma bonus). Si immagini ai vantaggi che un patrimonio immobiliare che ha beneficiato di interventi di miglioramento sismico genera in caso di terremoto o di evento calamitoso in genere;

– produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili (fotovoltaico) visto che nel superbonus viene considerato come lavoro trainato;

– riduzione dei consumi energetici di carburanti tradizionali (gas, petrolio) per i quali non avendo una disponibilità soddisfacente per l’intero territorio si è obbligati a importarlo da paesi terzi che in ogni modo possono condizionare le strategie nazionali e i tradizionali rapporti con paesi definiti amici;

– riduzione di emissioni (CO2) tale da migliorare l’ambiente dove la collettività opera e vive;

– miglioramento estetico dei centri storici e delle aree semiperiferiche con il bonus facciate che abbinato al superbonus favorisce un contributo agevola del 90 per cento dell’intero costo dei lavori.

Considerando i vantaggi collettivi e personali che una ristrutturazione genera al sistema economico in primis e al patrimonio immobiliare personale in subordine, occorrerebbe studiare delle strategie di promozione per aree degradate della città favorendo l’incontro tra tecnici del Comune, proprietari degli immobili da ristrutturare e Istituzioni Creditizie in modo da generare quelle sinergie utili per sviluppare la ristrutturazione con tutte le agevolazioni consentite dal legislatore.

Si pensi anche a immobili abbandonati dove la demolizione e ricostruzione anche con aumenti volumetrici può beneficiare di un credito per l’acquirente dell’immobile abitativo di 105.000,00 euro circa. L’immobile appena edificato che fino a ieri costava euro 150.000,00 oggi l’acquirente spenderebbe solo 45.000,00 euro.

E’ ormai chiaro che queste agevolazioni hanno dato impulso alle trattative di compravendita di unità immobiliari fatiscenti destinati alla demolizione e ricostruzione.  Quello che fino a ieri era una crisi delle agenzie immobiliari che durava dal 2008, oggi rivivono, seppur non con i fasti dei primi anni del 2000, un nuovo sviluppo delle trattative portate a termine.

Da qui occorrerebbe una regia comune, dove tutte le parti si sforzassero a dare più impulso ad una norma così importante e vantaggiosa per il territorio. I problemi di sicurezza sociale del territorio si sono ripresentati in maniera marcata quando dal 2008 la crisi economica ha fatto chiudere molte aziende edili del territorio che occupavano operai principalmente destinati a lavori fuori regione.

Importanza strategica in questo momento è nelle mani di quegli imprenditori edili, che negli ultimi decenni hanno dovuto licenziare i loro dipendenti e in casi peggiori chiudere le loro attività, ma che posseggono le esperienze organizzative e relazionali con i fornitori di materiali edili e con il sistema creditizio.  Queste competenze professionali non andrebbero perse, ma poste al servizio del nostro territorio evitando dispersione o, ancor peggio, poste al servizio e sviluppo di altre aree nazionali.

Lo sforzo dovrebbe essere comune: la pubblica amministrazione, le agenzie immobiliari, le società edili capaci di fungere da “General Contractor” (capaci di eseguire lavori con sconto in fattura e vendere contestualmente il credito) e le società edili dormienti per effetto della crisi.

Ognuno con un proprio compito.

Una pubblica amministrazione che promuova:

– l’incontro con committenti con scarsa forza contrattuale;

-l’incontro “General Contractor” e imprese edili esclusivamente del territorio;

– l’incontro con le istituzioni creditizie (Unicredit, Banca Intesa, Unipol banca) e i General Contractors.

Le agenzie di intermediazione immobiliari che scovino proprietari non accorti alle novità normative e li convincano a valorizzare il loro patrimonio immobiliare prima di metterlo in vendita.

Le società edili di grandi dimensioni “General Contractor” dovrebbero operare esclusivamente con imprese edili del territorio per i loro subappalti;

Per concludere ritengo che se coordiniamo, sotto una regia unica e pubblica, tutti gli attori di questi interventi agevolati vincolandoli ad un nuovo obiettivo comune (sviluppo dell’occupazione) riusciremo a massimizzare i risultati sulla nostra fragile economia provinciale e cittadina.

FORME AGEVOLATIVE E PERCENTUALI DI BENEFICIO

Sisma bonus 110%

Sisma bonus acquisti 110%

Superbonus (cappotto, clima, fotovoltaico, sisma ecc.) 110%

Bonus facciate 90%

Eco bonus (non in superbonus) 65%

Ristrutturazioni tradizionali 50%

 

Lorenzo Valentino

Dottore commercialista in San Severo

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