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Tutela patrimonio familiare

Il problema cardine di chi  si costruisce un patrimonio grazie ad una vita di sacrifici è quello di salvaguardarlo e  trasferirlo ai propri eredi senza errori rispetto alle proprie volontà e col minor dispendio possibile.

Il fondo patrimoniale, gli accordi di famiglia, le riserve di diritti di uso, usufrutto ecc. sui beni di proprietà,  rappresentano le forme di salvaguardia “convenzionali” più utilizzate e regolate dal nostro ordinamento. Molte sono le  energie economiche sostenute per  la salvaguardia del patrimonio accumulato in una vita.

Trovare la forma che permetta di risparmiare sul trasferimento del patrimonio, dell’azienda e delle attività finanziarie, sia in vita che in fase successoria, e che dia certezza all’istituto utilizzato per tale scopo è l’esigenza di tutti.

E’ utile pensare che l’aggressione al patrimonio non riviene solo da un fisco che legittimamente richiede il pagamento di imposte, ma anche da terzi (creditori e banche) con gravami:

  • che violano la libertà di trasferimento dei beni
  • più o meno deleteri sulla disponibilità degli stessi.

A questo punto lo studio sarà teso a privilegiare  tre aspetti: la salvaguardia del patrimonio da qualsivoglia aggressione, la  verifica dell’istituto più economico e, garantire il trasferimento del patrimonio solo a soggetti che si ritiene meritevoli della propria successione.
Non vi è nulla di scorretto, di giuridicamente errato od eticamente sconveniente  nel prevenire rischi di aggressioni patrimoniali.

Nessuno dovrebbe mai rischiare la totalità del suo patrimonio. Nel nostro territorio le resistenze psicologiche alla  tutela patrimoniale derivano principalmente da una scarsa conoscenza degli strumenti utilizzabili. Spesso ci si sente chiedere improbabili tutele (al limite dell’abuso del diritto) quando si sono verificate e perfezionate le condizioni che hanno condotto una persona al default finanziario.

Elenchiamo alcune delle possibili azioni fruibili per tutelare il patrimoniale:

  • Il fondo patrimoniale
  • L’atto di destinazione
  • Il trust
  • La fondazione estera
  • La società estera

E’ chiaro che le scelte assunte si baseranno non solo su elementi di opportunità, ma anche su calcoli di convenienza economica, stante il diverso regime fiscale di ciascuna delle ipotesi enucleate.

Ai fini della tutela del patrimonio diviene indispensabile la temporalità dello sviluppo degli atti tesi a tale salvaguardia, ovvero deve svilupparsi in un tempo in cui non vi siano debiti o azioni di responsabilità potenzialmente già in atto. Ricorrere a tale istituto, in una tale situazione, significa rischiare azioni di revoca delle tutele adottate al patrimonio, per sottrarsi ad obblighi già assunti nei confronti di terzi, o più in generale, per recare pregiudizio a soggetti titolari di diritti su determinati beni. In sintesi in materia di tutela del patrimonio, occorre agire quando non esistono (nella speranza che non esistano mai) posizioni debitorie.

Occorre agire sempre con grande fluidità e, soprattutto, in tempi in cui tutto va per il meglio. La forza di una corretta salvaguardia passa anche dalla tempestività in cui la scelta è stata fatta.

LORENZO VALENTINO

DOTTORE COMMERCIALISTA

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